giovedì 15 aprile 2010

I love spot


Io amo la pubblicità. Mi piace proprio seguirla intendo, se sono davanti alla tv, così come mi piace ascoltarla alla radio e mi piacciono i messaggi dei cartelloni pubblicitari. Mi piace perchè ci trovo del genio, a volte, perchè alcuni spot sono piccoli capolavori di estro, così come mi piace valutare e condannare quelli mediocri, come se il mio unico parere potesse in qualche modo decidere le sorti del prodotto in questione. Mi ha sempre indisposto chi si affretta ad impugnare il telecomando appena c'è l'intervallo pubblicitario, anche perchè trovo lo zapping compulsivo assolutamente irritante. Ammetto che certi spot siano decisamente poco piacevoli perchè poco originali o perchè troppo assillanti. Su tutti il martellamento della telefonia mobile e fissa e la gara infinita della storia più assurda e complicata, con testimonial sempre più improbabili (l'ultima accoppiata Hunziker - Travolta proprio non mi funziona). Di solito non mi piace molto lo spot familiare, tipo prodotti della prima colazione o prodotti per la casa, perchè ne escono sempre dei luoghi comuni mostruosi, con famigliole improbabili dove la primogenita ha 15 anni e la mamma 25. Senza contare quelli irritanti per assurdità della situazione, tipo la checca del viakal, che dopo anni di convivenza con due avvenenti signorine, si ostina a sgurare il lavandino del bagno quando passa mammina a trovarlo... forse mammina preferirebbe un figlio etero con qualche alone sul rubinetto non credi?!? Fanno eccezione in questa categoria gli spot Barilla. Una musica malinconica, un po' di immagini tanto quotidiane quanto originali e ottengono sempre un risultato che esce dal coro, senza per forza ingaggiare chissà chi per promuovere lo spaghetto n° 6. La pubblicità con i campi di grano nel centro delle città italiane era poeticamente geniale!
Tolti quelli scadenti dunque, una capacità dello spot televisivo ben riuscito è quella di associarsi ad un determinato periodo della vita. Alcuni ci sembra di rimuoverli dal cervello, ma se capita di guardare una qualche videocassetta datata di quando ancora i film li registravamo su Italia 1 il sabato sera, mi accorgo che le pubblicità me le ricordo tutte. Se per caso sento le note di un vecchio jingle, parole e slogan mi vengono in mente in automatico. Sarò stato un bambino teledipendente o sono un adulto teledipendente forse, ma cosa c'è di più natalizio della vecchia pubblicità della Coca-Cola? "Vorrei cantare insieme a voi in magica armonia...".
Un altro aspetto affascinante sono per esempio quei casi in cui conosci benissimo lo spot pubblicitario, non riesci a toglierti la musica o il tormentone dello slogan dalla testa, ma non ricordi cosa reclamizza! In quel caso non saprei dire se si tratta di una pubblicità riuscita molto bene o molto male, fatto sta che quando la ritrovo in televisione non posso fare a meno di guardarla di nuovo.
In conclusione sono affascinato dall'arte di mandare, o meglio di imprimere un messaggio in pochi secondi, facendo sì che esso spicchi in mezzo a tanti altri. Forse sono un pubblicitario mancato o forse vorrei avere anch'io quella capacità di sintetizzare coinvolgendo che certi spot hanno, oppure sono solo colpito dal fatto che, nella pubblicità, si possa congelare un pezzo di storia, si fotografi la società del periodo in cui essa viene trasmessa. Qui di seguito metto due spot, lontanissimi per messaggio ed epoca, che inquadrano, ognuno a modo proprio, un pezzo di mondo, come poche altre forme d'arte possono fare ai giorni nostri.