Non so se sia il mio stile di guida o un semplice fatto attitudinale. Forse a questo punto si è sparsa la voce e i miei amici mi vedono bene in questo ruolo, fatto sta che quest'anno sono giunto alla mia quinta uscita da autista di matrimoni e ormai posso dire di avere una certa esperienza. Ogni volta che mi viene chiesto sono sempre molto entusiasta della cosa perchè la vedo come una grande opportunità di passare del tempo prezioso con degli amici, in momenti unici ed estremamente privati. Per questo accetto sempre con grande gioia questo ruolo, malgrado le giustificate proteste di Laura che rimane orfana della mia presenza, almeno fino al post ricevimento. Esclusa questa piccola parentesi negativa, è davvero sempre un piacere poter partecipare, in maniera discreta e marginale ovviamente, ad un momento tanto bello nella vita di persone care. La cosa più emozionante è sempre il primo tragitto con la sposa e il papà. In quel frangente la tensione e l'emozione si manifestano nei modi più disparati. Ho visto papà impenetrabili diventare sensibili e commossi come delle liceali. Ho visto papà ammutoliti e spaesati, papà sudati e papà che si davano un tono dissimulando una palese agitazione. Ho visto spose serie determinate e sicure di sè, così come ho visto piccole ansie, batticuore, lacrimucce che scendono e "oddio se adesso mi cola il trucco cosa faccio?!?".
E' bello arrivare sul piazzale della chiesa mentre uno stuolo di persone schierate in semicerchio aspetta la sposa. Quel filino di tensione da entrata attraverso i paracarri dura appena qualche secondo. Qualche attimo in più se la macchina in questione non è mia, ma c'è sempre un Kecco o un Giovannone di turno che ti fanno un cenno rassicurante tipo "vieni dritto così che vai bene" e la figuraccia è scongiurata. Consegnata la sposa al suo promesso e parcheggiata la vettura con l'orto botanico sul cofano, il bravo autista si può rilassare e si gode la cerimonia come tutti. Poi ci sono il riso, le foto, i baci e gli abbracci, l'aperitivo volante nel chiostro o sul piazzale, finchè gli invitati si avviano al ricevimento e rimango di nuovo solo con i festeggiati, entrambi questa volta. Anche questo è un momento molto particolare in cui si godono la loro prima tranquillità da marito e moglie e io cerco di non disturbare. Se posso allieto il tragitto con un aperitivo o un po' di musica e sbircio dallo specchietto sorrisi e sguardi felici. Quando si arriva a destinazione posso rilassarmi anche io, il mio compito è finito e comincia la festa. Io mi compiaccio del fatto che sia andato tutto bene e mi rammarico che sia già finito qualcosa che comunque sarà indimenticabile anche nella mia memoria. Tra poco potrebbe toccare a noi dover scegliere un autista delle grandi occasioni, quindi chiunque sarà il prescelto dovrà ricordarsi che, essendo pratico del ruolo, sarò un "cliente" molto esigente.