lunedì 4 giugno 2012

Non voglio avere paura!


Se mi chiedessero di usare una sola parola per descrivere la situazione in cui ci troviamo oggi, probabilmente, sceglierei surreale. Questo mi fa capire quanto, tutti noi, riteniamo che un determinato genere di cose non debba mai capitarci, tanto che, quando ci troviamo travolti da esse, possiamo soltanto viverle come le immagini di un film già visto, come un servizio di TG che parla di fatti accaduti ad altri.  Il problema è quando realizzi che ci sei tu in mezzo e che tocca a te far fronte alla situazione: da quel momento partono le reazioni più disparate. Non mi permetterei mai di discutere la soggettività degli effetti che gli eventi, come questo terremoto, possono avere sulle singole persone, pertanto voglio dire come sto reagendo io, senza per questo esprimere un giudizio sulle scelte degli altri. 
Dalla sera di quel 20 maggio infinito, cominciato alle quattro del mattino e, forse, non ancora del tutto concluso, Laura ed io ci siamo distesi nel nostro letto e ci siamo addormentati. Senza bagagli fatti, senza scarpe di fianco alla porta, senza cambiare una sola abitudine. Forse siamo fortunati a riuscire a viverla cosí e, non fraintendetemi, non credo centrino nulla il coraggio o, tantomeno, la sconsideratezza. Non sono mai stato un coraggioso, basta aver giocato a poker con me un paio di volte per saperlo, né tantomeno vado a ballare sotto i cornicioni pericolanti per il brivido di giocarmi le probabilità, credo piuttosto si tratti del rifiuto di farsi condizionare l'esistenza. Io non voglio cedere all'aura di paura che sta soffocando le vite di troppa gente a cui voglio bene, anche perché nella paura non c'è razionalità, né sicurezza. Quello che molti stanno facendo per "combattere" il terremoto, è in realtà un modo per combattere la paura e nient'altro. Irrazionale per definizione, essa ci fa compiere gli atti più strani, che possono andare dal dormire in macchina davanti casa, fino al trasferirsi da una zia odiosa, che prima non volevi vedere neanche per le feste comandate, solo perchè sta quaranta chilometri "più in là" (da cosa non è dato saperlo). Non voglio neanche esprimermi su chi attiva il servizio sms dell INGV, che avvisa quando una scossa è già arrivata, anche quella che non abbiamo sentito, aumentando la tensione e il timore. Qualsiasi cosa si faccia, è logico, non ci esenta da rischi, non scongiura il pericolo del terremoto. O ti trasferisci in un luogo lontano migliaia di chilometri per sempre e magari il terremoto viene anche là, o ti fai costruire un bunker antisismico (esistono?) e ci vivi dentro 24 ore su 24 oppure non serve a nulla il rimedio a tempo. Il rischio che un terremoto ti sorprenda nel sonno oggi, è lo stesso di un mese fa, così come ormai è chiaro che non esista la zona del tutto immune, e la prova, inconfutabile, l'abbiamo avuta alle 4.04 del 20 maggio scorso, quando un forte fenomeno sismico ha scosso una comprovata zona non sismica. La differenza tra stanotte e le notti prima di quella, è soltanto che prima non ci stavamo pensando. 
Per questa ragione io rimango qui, non preparo le valigie, chiudo la porta dall'interno (perché i farabutti, quelli sì, sono aumentati), vado a letto e mi metto a dormire. Non è che io non abbia pensieri o non mi sia spaventato per me e per tutte le persone che amo o che mi sono care, anzi, il punto è che non è questo il modo di difendersi, se davvero ne esiste uno. Quello che il mio cuore mi dice di fare, adesso, è di andare avanti, con normalità e, magari, con consapevolezza e gratitudine per quello che sarebbe potuto succedere e, grazie al cielo, non è successo. Credo che sia un dovere morale comportarsi in questo modo, un dovere nei confronti di chi ha perso davvero tanto come il lavoro, la casa, una persona cara. Se noi, che ci siamo svegliati nel cuore della notte giustamente spaventati e non abbiamo perso niente di tutto questo, non riusciamo a trovare la forza di ricominciare, come faranno quelle persone che hanno visto crollare la propria casa, quelli che non hanno più nulla o tutti coloro che hanno perso un amico, un parente, un affetto, un amore? Io credo che onorare la vita che abbiamo e che, di fatto, quella notte non è cambiata di niente, sia il primo atto di solidarietà e riguardo verso chi, in quel momento o da quel momento in poi, ha visto cambiare la propria esistenza per sempre. 
Io non voglio vivere nella paura, voglio vivere il meglio del tempo che ho. 

lunedì 23 aprile 2012

Cinquantesimo anniversario!

1962-2012.  Quest'anno il mitico Gianca ha fatto 50 anni di onorata carriera come mediatore di cereali. In realtà la collaborazione col nonno è cominciata qualche anno prima, ma abbiamo festeggiato quest'anno che ricorreva il cinquantesimo di iscrizione alla Borsa Merci di Bologna, in modo che la data fosse ufficiale. Anche se viviamo tempi difficilissimi e siamo piegati (ma non spezzati) sotto le mazzate di sta maledetta crisi e di chi fa di tutto per non farcene uscire, è giusto festeggiare gli eventi importanti e questo, di certo, lo è.
Quindi il mese scorso le mie sorelle ed io, abbiamo organizzato una festa molto esclusiva (qui a lato la locandina ufficiale dell'evento, made in Binda), per parenti, amici e pochi selezionatissimi clienti. La location non poteva essere altro che "Quel fantastico giovedì", teatro di tante feste Bellini e posto pieno di magnifici ricordi. E' stato bello vedere la sentita partecipazioni di amici-clienti, che hanno accompagnato il babbo in buona parte di questi tanti anni di lavoro, così come è stato bello vedere l'emozione del festeggiato quando entrando nella saletta del ristorante ha capito che il mio invito a cena aveva in realtà un secondo fine.
Nella serata immancabili carrellate di ricordi, tanti brindisi, qualche lacrimuccia e le inevitabili barzellette del Gianca... d'altronde cosa vuoi dirgli? Era il festeggiato.
Da parte mia posso dire soltanto che cerco giornalmente di essere almeno la metà di quello che è stato lui in questo lavoro e vorrei riuscire ad eguagliare qualcuno dei tanti traguardi che ha raggiunto lui in questi anni. Io sono grato a mio padre per avermi insegnato un mestiere, per avermi detto che i soldi sono importanti, ma mai quanto la famiglia e gli affetti, per essere stato un modello di vita da seguire, in ambito professionale ed umano.
Ora il mio augurio per il Gianca non è quello di fare il pensionato, perchè uno come lui in pensione non ci andrà mai del tutto, piuttosto per lui auspico un futuro rilassato, diciamo un "riposo operativo", con tutto il tempo che vuole prendersi per sè, ma ancora un po' di spazio per quelle grandi manovre che ha diretto per tanti anni.
Grazie Babbo!!!


martedì 21 febbraio 2012

L'abusata metafora della nave

"Tornami avanti, s’alcun dolce mai
ebbe ’l cor tristo; et poi da l’altra parte
veggio al mio navigar turbati i vènti"
                                                  
                                                Francesco Petrarca


Ci sono momenti della vita in cui il vento tira dalla parte giusta, gonfia le vele e ti spinge veloce nella direzione in cui vuoi andare. Poi ci sono le volte in cui il vento ce l'hai contrario, il più delle volte, e allora devi essere bravo a sfruttarlo come si deve, per non tornare indietro e continuare ad avanzare, anche se non alla velocità che vorresti. Due cose sono davvero difficili da contrastare: la bufera e la bonaccia. La prima ti sballotta in tante direzioni che non vorresti intraprendere e ti fa perdere il senso dell'orientamento, costringendoti a stare concentrato per ritrovare i punti cardinali. La seconda ti lascia fermo in un punto. Impotente, triste, quasi inutile nell'incapacità di prendere una qualunque direzione sensata. Preferisco la bufera, almeno comporta dei cambiamenti che sono sempre sinonimo di movimento, di rinnovo e quindi di rinascita.
Oggi c'è il sole, dopo neve, ghiaccio e freddi polari. Il sole promette primavera, nuova vita e cose migliori, quindi io mi alzo in piedi e aspetto il vento, di qualsiasi intensità e direzione. 

mercoledì 18 gennaio 2012

Passata la festa... se ne fa un'altra!

Le feste in casa nostra durano sempre una settimana in più che da tutti gli altri, perchè abbiamo concentrato ben quattro compleanni nei giorni dopo la befana. Dal punto di vista culinario è una tortura, si aggiungono almeno un'altra cena "importante" e un paio di pranzi caserecci, alla lunga sfilza di abbuffate natalizie. Questo forse non giova alla linea, ma di certo fa molto bene al cuore. Si allunga la sensazione di festa in famiglia, quel riunirsi intorno a una tavola che in questo periodo dell'anno vale doppio. Sono state delle feste dal sapore antico, non so esattamente perchè. Forse saranno i miei nipotini, che diventano sempre più grandi e anche sempre più numerosi, ad aver reso speciale questo periodo più degli altri anni, facendoci vivere queste feste con un po' di semplicità e spensieratezza in più. Di certo so che ho sentito delle belle sensazioni, un bel calore, come mi mancava da un po' di tempo. Malgrado il periodo duro caratterizzato da tanti pensieri legati al lavoro e ad un futuro sempre più incerto, ho passato delle feste, senza vacanze, senza sci, senza montagna, ma particolarmente serene e rilassanti. Forse è stata la semplicità delle cose che abbiamo fatto. Pochi ma buoni per la vigilia, tanta tradizione per il pranzo di Natale, pomeriggio a spianare i giochi nuovi dei bambini e il pranzo del 1 gennaio, che mancava da tantissimo tempo perchè da anni non eravamo tutti a casa quel giorno. Questi sono stati tutti momenti in cui sentivo di trovarmi sempre nel posto giusto, con le persone con cui volevo essere.
Poi tutte le sorprese che mi ha organizzato Laura sono state una meglio dell'altra. La cena di compleanno, la gita fuori porta, gli amici, completamente inaspettati una volta tanto, e una domenica mattina soleggiata e quanto mai divertente, in mezzo alle macchine. Quelle belle... e rosse! Domenica scorsa abbiamo chiuso i battenti di queste feste con un altro, bellissimo, pranzo in famiglia a festeggiare i quattro compleanni. Casa del babbo, antiche ricette della mamma, due super cuoche e il benessere è assicurato! Al prossimo giro toccherà alla più giovane essere festeggiata. Meno male che ha scelto febbraio per arrivare, perchè in quel mese, ancora, non avevamo niente in programma! 

martedì 20 dicembre 2011

Riassunto delle puntate precedenti

Eccomi di nuovo qui, dopo la solita, vergognosamente lunga pausa, a postare sul mio blog. Ad un occhio disattento potrebbe sembrare che a me non importi del mio blog, visto che lo trascuro per periodi così lunghi, mentre invece si tratta dell'esatto contrario. E' colpa dell'intento di pubblicare soltanto post il più possibile ben scritti, con le immagini più rappresentative, nei giusti tempi... praticamente nell'intento di fare le cose per bene, finisce che non faccio nulla. E così mi trovo con bozze vecchie di 3 mesi, con concetti pensati e poi non sviluppati, con idee interessanti, se le avessi messe lì nella loro "epoca", ma che purtroppo oggi non ha più molto senso pubblicare.
Quando poco fa, prima di scrivere questo post veloce, ho visto la data del mio ultimo inserimento non potevo credere fossero passati già più di tre mesi. Mi rendo conto ora mentre scrivo che il metodo di inserimento di post, immagini e link è anche tutto cambiato e di molto migliorato. Forse anche il signor "blogger di blogspot" sta cercando di dirmi che sono rimasto indietro anni luce.
Dal 1 settembre ad oggi avrei potuto parlarvi di tante cose: dei miei nipoti che diventano grandi, delle mille sensazioni impensabili che diventare presidente della Contrada mi ha scatenato, dell'ennesimo viaggio in Kenya (avevo anche fatto una cosina divertente con delle foto, apposta per il blog) oppure in un momento di increscioso impasse artistico, avrei anche potuto parlare di governo, spread, recessione e Monti (per fortuna questo non è mai neanche diventato una bozza). Avrei potuto... ma non l'ho fatto e non lo farò. Bisogna sempre guardare avanti, mai indietro, quindi il prossimo post sarà su qualcosa che mi ispira in quel momento, che non è rimasto nelle bozze per una vita e che non si è arenato li, come un'idea campata in aria o una frase a metà. Non ne voglio fare un buon proposito per il 2012 perchè poi finisce che non concludo niente, ma prometto anche che rileggerò una volta di meno, pur di non correre il rischio di ricascare nel vortice improduttivo di un inutile e comunque irraggiungibile perfezionismo. Fosse anche per quei pochissimi che ormai leggono questo trascurato blog, per quell'unico che ogni tanto mi dice "ma quando posti qualcosa di nuovo???" o fosse soltanto per me che, comunque sia, mi diverto a scrivere, ogni tanto, dei miei affari.