mercoledì 30 marzo 2011

L'infanzia ritrovata


Da poco, e con grandissimo ritardo, è terminato il trasloco dall'ufficio da via Brasavola a via Ghisiglieri. I traslochi a breve distanza si fanno tutti a braccia e risultano essere più faticosi dei traslochi dove devi coinvolgere un camion e una ditta di trasporti o almeno qualche amico capace, che mosso a compassione viene a darti una mano. I 40 metri che separano le due porte non hanno fatto eccezione e questo trasloco si è rivelato un lavoraccio, soprattutto perchè non avevo idea di quanta roba fosse racchiusa in quelle due piccole stanze. Il risultato è stato che ho cominciato tardi e ho finito ancora più tardi, con grande dispiacere per il mio povero cognato Riccardo a cui l'ufficio è destinato, dopo lo sfratto esecutivo dal vecchio studio oggi diventato la cameretta della piccola Gemma.
Ritardi e fatiche a parte, come in quasi tutte le cose a questo mondo, esiste un lato positivo. Del tantissimo materiale emerso, una buona parte è costituito da reperti archeologici della famiglia Bellini. Cimeli fotografici che vanno dagli anni '90 indietro fino ai '40, nei quali ho potuto ammirare mio padre bambino, i miei nonni ragazzi, cartoline degli anni '60 e scorci di un mondo che non esiste più. Vecchi bilanci della società, ovviamente in miloni di lire, che ti fanno capire come una volta si guadagnasse di più e si lavorasse meglio. Biglietti di auguri di compleanni, feste del papà, anniversari e ricorrenze varie. Piccoli souvenirs del passato che hanno riportato alla mente ricordi meravigliosi. Una cartella in particolare è molto interessante, da cui sono spuntati documenti importanti della mia carriera scolastica. Evidenziato il fatto già di pubblico dominio che, pagelle alla mano, sono andato benissimo a scuola fino alla quarta superiore in cui ho drasticamente smesso di studiare, la cosa più interessante è la raccolta competa dei temi svolti in quinta elementare, nell'anno scolastico 1987-88. Sapevo che da qualche parte ci fossero le pagelle, le foto di classe e altri cimeli scolastici, ma la raccolta di temi di un intero anno scolastico mi ha stupito. Sono 29 temi, circa uno alla settimana, sugli argomenti più svariati che spaziano dal sociale al ludico, dal fanciullesco al maturo, dal profondo al faceto con una varietà di argomenti che accresce il già ottimo ricordo che ho della mia maestra elementare. Credo di non peccare di immodestia se dico che, per essere un bambino di 10 anni, non scrivevo affatto male e soprattutto non avevo grande timore di condividere le mie opinioni e di esternare la mia visione del mondo. E' bello vedere come negli occhi di un bambino cose che oggi sembrano ovvie possano sembrare grandi conquiste, mentre i problemi quotidiani dell'essere adulti non ti sfiorano neanche lontanamente. E' davvero bello per me aver ritrovato questi scritti. Li ho riletti con piacere da solo e con i miei famigliari. Alcuni mi hanno fatto sorridere, altri mi hanno messo un po' di nostalgia. Oggi parto da questo perchè mi ha colpito leggerne alcuni passaggi, ma mi riservo di pubblicarne periodicamente qualcuno anche nei mesi a venire.

Ferrara 8 Marzo 1988
TEMA
Le tappe della mia vita che considero importanti

Svolgimento
La vita, un percorso difficile che, fino ad una certa età troviamo facile, ma poi la scuola, fatta di soddisfazioni e delusioni, ci prepara ai tanti ostacoli che incontreremo in questo percorso fatto di sassi. Gli imprevisti sono come inciampi, da questi ho imparato ad essere più prudente e responsabile.
Una tappa fondamentale della mia vita, ma anche triste, è stata la morte di mia nonna che mi ha fatto capire che la vita termina in fretta e quindi dobbiamo conservarla bene. Ho capito che la vita richiede impegno, e se non ci fossero difficoltà, la vita sarebbe una cosa inutile, senza senso; fino ad oggi il mio percorso è stato abbastanza piano, ma se voglio arrivare in alto, tutto si rovescerà perchè il percorso cambia, la vita cambia.
Un altro avvenimento importante è stata la mia prima Comunione che dimostra che sono cresciuto nel cervello e nello spirito. L'inizio di una classe nuova, non importa quale, è da segnalare perchè, mettendo piede nella nuova classe si matura. La classe terza ad esempio, è un'altra tappa che considero importante perchè era piena di scogli e questo mi ha preparato agli ostacoli sempre un po' più grossi che ho incontrato e che incontrerò.
La vita cambia e varia attraverso questi avvenimenti e noi con lei.

Correzioni: qualche virgola e un accento mancante su difficoltà
Voto: BRAVO


lunedì 14 marzo 2011

Un concerto bellissimo.

Sabato scorso Laura ed io siamo andati al concerto di Giovanni Allevi al pala De Andrè a Ravenna. Era da un po' che eravamo entrambi attratti dall'idea di sentirlo dal vivo, per quanto non ci possiamo definire nè fans nè appassionati conoscitori della sua musica. Per la nostra generazione l'idea di concerto è ben diversa da un pianista da solo su un palco vuoto e immagino che a qualcuno possa sembrare poco allettante come intrattenimento, ritenendolo forse un po' troppo di nicchia. Invece il bello della musica di Allevi è proprio quello di poter arrivare anche a chi, come me, è quasi completamente a digiuno di questo genere di eventi. La sua musica è tanto unica quanto facile da comprendere, lo spettacolo che il suo concerto offre è ben strutturato quanto semplice.
Lui è un personaggio quasi fiabesco, tanto goffo nei movimenti quanto amalgamato col pianoforte una volta che vi si siede davanti. La sua voce ed i suoi modi hanno la timidezza e l'ingenuità di quelli di un bambino. Come tutti i musicisti, è molto bravo a recitare la parte che si addice al suo stile, così come una rock star enfatizza la trasgressione e gli eccessi della propria esistenza, Allevi amplifica i lati poetici e sognatori del suo modo di essere, senza renderli per questo meno genuini ed interessanti. Il suo spettacolo di circa un'ora e mezza è costituito da una sequenza di suoi brani, suonati senza fronzoli e senza eccessivi preamboli. Prima di ogni brano si limita ad annunciarne il titolo ed a tentare di condividere cosa o chi abbia fatto scattare la molla che ha generato quella sequenza di note nella sua testa. Vedendolo agitare le mani sulla tastiera del pianoforte ho avuto la sensazione di percepire il suo genio. Mentre suona il suo corpo non sembra altro che un'estensione della mente, una protesi utile soltanto a trasformare in suoni le idee nel suo cervello attraverso il battere ed il levare delle dita sui tasti. So che per i puristi della musica classica Allevi non è altro che un prodotto del marketing, il cui successo è generato più da una buona organizzazione e produzione che da meriti effettivi. Personalmente, non facendo in alcun modo parte della comunità della musica classica, mi sento di dire che Allevi mi piace molto così come la sua musica mi trasmette qualcosa. Non so se sia un grande musicista, ma so per certo che mi piace quello che compone e ho visto tantissima gente in un palazzetto pieno entusiasmarsi per lui ed il suo pianoforte. Tanto mi basta per consigliare a tutti di non lasciarsi scappare l'occasione di ascoltarlo dal vivo.