Bene! Qui siamo davanti a un qualcosa che è assolutamente fuori dall'ordinario. Di cavolate mediatiche più o meno divertenti se ne trovano parecchie, ma questa va oltre. Se è la prima volta che vedete questo video vi consiglio di non farlo mentre siete in ufficio o comunque mentre qualcuno può vedervi o sentirvi, in quanto potreste essere presi da una crisi di riso convulso, come è successo a me quando me l'hanno segnalato.
E' doveroso sottolineare che questa baldanzosa signorina bulgara, oltre ad avere più coraggio di un incursore della marina, ad oggi è un personaggio pubblico che intrattiene parecchia gente con il suo cavallo di battaglia "KEN LI'". Non so dire se, dal punto di vista sociale, questo sia incoraggiante oppure categoricamente disastroso, fatto sta che ai giorni nostri la notorietà, per quanto fugace, viene il più delle volte dalla totale ignoranza e dalla speculazione mediatica che su di essa viene fatta giornalmente. A ciascuno le proprie considerazioni. Personalmente mi limito a dire che la titolare del brano, Mariah Carey, intervistata da una tv francese dopo aver assistito alla proiezione di questo video, ha commentato dicendo: "ammiro il coraggio di chi si butta in un'impresa di questo tipo!". Versione molto signorile della frase: "Ma chi te l'ha fatto fà!".
mercoledì 20 agosto 2008
giovedì 14 agosto 2008
Una tranquilla gita... di paura!
Si va ad Alleghe per qualche giorno di relax. Oltre a Laura e me vengono anche Pippo ed Ema e tutti insieme si decide di andare a fare una bella passeggiata in alta montagna sfruttando le belle giornate fresche e soleggiate che le Dolomiti ci offrono. La destinazione è quasi obbligata: rifugio Sonino al Coldai. L'ho fatta mille volte, c'è un bel salitone impegnativo di circa un'ora, però l'accessibilità e i panorami splendidi ne fanno una gita meravigliosa!
Dopo la salita dura ma di soddisfazione, ci rilassiamo in rifugio al sole e approfittiamo dell'ottima cucina della signora Enza, il cui ormai mitico minestrone di verdure mi ha rifocillato in quasi tutte le estati della mia vita, riportandomi indietro nel tempo ad ogni cucchiata. Dopo pranzo è d'obbligo la gita al laghetto del Coldai, dove facciamo foto, tiriamo sassi e dove Pippone azzarda anche un quasi bagno nell'acqua gelida oltre i duemila metri.
Verso le tre è ora di scendere a valle. Le strade sono tante e Giovannino, da buon montanaro, le ha già battute tutte, quindi mi sento in dovere di proporre una via alternativa di discesa: il sentiero di Ru de Porta, la direttissima! "L'ho fatto più di una volta" - dico orgoglioso della mia esperienza - "la prima volta avevo si e no dieci anni, è un po' ripido nella parte iniziale eh... però ci metteremo un'oretta a scendere non di più!". Nello sfoggiare la mia conoscenza della zona non bado troppo al fatto che dall'ultima volta che ho percorso questa strada sono passati un po' di anni e forse non mi ricordo proprio bene tutti i passaggi di discesa, quindi partiamo tranquilli, ignorando le indicazioni scritte in rosso sui massi: Alleghe sentiero 4, PER ESPERTI! Dopo 5 minuti di discesa la strada si fa impegnativa: pareti di roccia, passaggi stretti, sassi, appigli e dopo un po' compare anche una fune metallica a sostegno degli alpinisti impavidi che decidono di percorrere questa via. Nella fazione femminile della spedizione comincia a serpeggiare un po' di perplessità sulla scelta del "capo cordata", però i paesaggi mozzafiato e l'ottimo spirito alpinistico sfoderato a sorpresa dalle nostre eroine, fanno passare in secondo piano la complessità del sentiero. "Poi durerà al massimo un'oretta, l'ha detto Giovannino!". Passa la prima ora di discesa e ci lasciamo alle spalle le rocce lisce e un po' infide, tipiche delle Dolomiti, per addentrarci nel bosco. "Adesso è una passeggiata ragazzi, siamo già nel bosco, manca poco!" - dico sicuro al gruppo per incoraggiare chi stava cominciando a manifestare un po' di preoccupazione, mentre Pippo cerca di darmi manforte minimizzando le asperità del terreno. Il ripido sentiero nel verde si snoda tra pini e baranci. Io controllo l'altimetro sul mio orologio. 1750! "Cacchio - penso - siamo neanche a metà del dislivello che dobbiamo fare e camminiamo da più di un'ora e mezza". Il malumore cresce nel fondo della comitiva e con esso anche la mia crescente preoccupazione di aver fatto un clamoroso errore di valutazione. Ad ogni passo la meta si avvicina, ma ad ogni passo aumenta anche il senso di colpa per aver trascinato le mie compagne di viaggio in un'impresa un po' impegnativa, pubblicizzandola, del tutto involontariamente, come una passaggiata di salute da fare in famiglia. Dopo due ore e mezza abbondanti di intensa camminata arriviamo finalmente ai piani di Pezzè, dove un largo e pianeggiante sentiero ci introduce alla baita Scoiattolo che è li pronta a coccolarci con panchine, viveri e beveraggi di ogni tipo. Temo un po' la reazione delle signore che mi lasciano intendere, neanche troppo velatamente, che non hanno gradito troppo la mia visione minimalistica delle difficoltà incontrate lungo il sentiero. Fortunatamente il loro buon cuore, un po' di grappa alle nocciole e una gustosa fetta di strudel caldo, mi fanno ottenere il loro perdono incondizionato. So bene che la cosa mi verrà rinfacciata più volte in futuro, però da parte mia posso dire che sono contento di aver iniziato alla montagna che conta due novelle alpiniste, che hanno saputo destreggiarsi alla grande su un sentiero per pochi. Forse lo svezzamento poteva essere un po' più graduale, siamo d'accordo, ma mi fa piacere aver condiviso con loro, e il navigato Pippone, un pomeriggio in mezzo alla natura ed alle splendide vedute delle mie montagna preferite!
ALBUM FOTO
Dopo la salita dura ma di soddisfazione, ci rilassiamo in rifugio al sole e approfittiamo dell'ottima cucina della signora Enza, il cui ormai mitico minestrone di verdure mi ha rifocillato in quasi tutte le estati della mia vita, riportandomi indietro nel tempo ad ogni cucchiata. Dopo pranzo è d'obbligo la gita al laghetto del Coldai, dove facciamo foto, tiriamo sassi e dove Pippone azzarda anche un quasi bagno nell'acqua gelida oltre i duemila metri.
Verso le tre è ora di scendere a valle. Le strade sono tante e Giovannino, da buon montanaro, le ha già battute tutte, quindi mi sento in dovere di proporre una via alternativa di discesa: il sentiero di Ru de Porta, la direttissima! "L'ho fatto più di una volta" - dico orgoglioso della mia esperienza - "la prima volta avevo si e no dieci anni, è un po' ripido nella parte iniziale eh... però ci metteremo un'oretta a scendere non di più!". Nello sfoggiare la mia conoscenza della zona non bado troppo al fatto che dall'ultima volta che ho percorso questa strada sono passati un po' di anni e forse non mi ricordo proprio bene tutti i passaggi di discesa, quindi partiamo tranquilli, ignorando le indicazioni scritte in rosso sui massi: Alleghe sentiero 4, PER ESPERTI! Dopo 5 minuti di discesa la strada si fa impegnativa: pareti di roccia, passaggi stretti, sassi, appigli e dopo un po' compare anche una fune metallica a sostegno degli alpinisti impavidi che decidono di percorrere questa via. Nella fazione femminile della spedizione comincia a serpeggiare un po' di perplessità sulla scelta del "capo cordata", però i paesaggi mozzafiato e l'ottimo spirito alpinistico sfoderato a sorpresa dalle nostre eroine, fanno passare in secondo piano la complessità del sentiero. "Poi durerà al massimo un'oretta, l'ha detto Giovannino!". Passa la prima ora di discesa e ci lasciamo alle spalle le rocce lisce e un po' infide, tipiche delle Dolomiti, per addentrarci nel bosco. "Adesso è una passeggiata ragazzi, siamo già nel bosco, manca poco!" - dico sicuro al gruppo per incoraggiare chi stava cominciando a manifestare un po' di preoccupazione, mentre Pippo cerca di darmi manforte minimizzando le asperità del terreno. Il ripido sentiero nel verde si snoda tra pini e baranci. Io controllo l'altimetro sul mio orologio. 1750! "Cacchio - penso - siamo neanche a metà del dislivello che dobbiamo fare e camminiamo da più di un'ora e mezza". Il malumore cresce nel fondo della comitiva e con esso anche la mia crescente preoccupazione di aver fatto un clamoroso errore di valutazione. Ad ogni passo la meta si avvicina, ma ad ogni passo aumenta anche il senso di colpa per aver trascinato le mie compagne di viaggio in un'impresa un po' impegnativa, pubblicizzandola, del tutto involontariamente, come una passaggiata di salute da fare in famiglia. Dopo due ore e mezza abbondanti di intensa camminata arriviamo finalmente ai piani di Pezzè, dove un largo e pianeggiante sentiero ci introduce alla baita Scoiattolo che è li pronta a coccolarci con panchine, viveri e beveraggi di ogni tipo. Temo un po' la reazione delle signore che mi lasciano intendere, neanche troppo velatamente, che non hanno gradito troppo la mia visione minimalistica delle difficoltà incontrate lungo il sentiero. Fortunatamente il loro buon cuore, un po' di grappa alle nocciole e una gustosa fetta di strudel caldo, mi fanno ottenere il loro perdono incondizionato. So bene che la cosa mi verrà rinfacciata più volte in futuro, però da parte mia posso dire che sono contento di aver iniziato alla montagna che conta due novelle alpiniste, che hanno saputo destreggiarsi alla grande su un sentiero per pochi. Forse lo svezzamento poteva essere un po' più graduale, siamo d'accordo, ma mi fa piacere aver condiviso con loro, e il navigato Pippone, un pomeriggio in mezzo alla natura ed alle splendide vedute delle mie montagna preferite!
ALBUM FOTO
Coldai 7-8-2008 |
venerdì 1 agosto 2008
Si torna in Kenya!!!
Voi direte: sai che novità! In effetti per me è il quarto viaggio dal 2003 a oggi, però non vado da ottobre 2005 e ne sento la mancanza. Questo viaggio non era programmato, dovevamo andare nel sud della Spagna col camper, poi... Poi ho incontrato lo zio Claudio e mi è venuta voglia di andarlo a trovare di nuovo. Avevo sempre promesso a Laura che ce l'avrei portata prima o poi e dopo un rapido consulto si è deciso di modificare la destinazione delle nostre vacanze. In aggiunta avremo anche gli special guests Brigidone e Ritz ormai abituali e graditissimi compagni di viaggio (dagli USA all'Africa nera in meno di 12 mesi tutti e quattro insieme). Quindi in ottobre si parte. Stiamo cercando il volo giusto, ma al più tardi si andrà via il 3 per due settimane di relax in un posto magico. Il mare, le spiagge, il safari si possono fare da tante altre parti nel mondo, ma lì è diverso. Lì si sta in una casa in riva al mare, dove sei ospite, ma ti senti più a tuo agio che in casa tua, dove i cibi prelibati e i profumi delle piante completano il quadro dei sensi che si inebriano del cielo blu e basso che ti sembra di poterlo toccare con un salto, mentre il vento agita le palme di cocco. Bisogna andarci per capire di cosa sto parlando, poi la voglia di tornarci ti viene per forza. A me non è mai passata e quando decido che è il momento di concedersi un altro viaggetto, conto i giorni le ore e i minuti, come l'orologio qui sopra!!!
Iscriviti a:
Post (Atom)