martedì 20 dicembre 2011

Riassunto delle puntate precedenti

Eccomi di nuovo qui, dopo la solita, vergognosamente lunga pausa, a postare sul mio blog. Ad un occhio disattento potrebbe sembrare che a me non importi del mio blog, visto che lo trascuro per periodi così lunghi, mentre invece si tratta dell'esatto contrario. E' colpa dell'intento di pubblicare soltanto post il più possibile ben scritti, con le immagini più rappresentative, nei giusti tempi... praticamente nell'intento di fare le cose per bene, finisce che non faccio nulla. E così mi trovo con bozze vecchie di 3 mesi, con concetti pensati e poi non sviluppati, con idee interessanti, se le avessi messe lì nella loro "epoca", ma che purtroppo oggi non ha più molto senso pubblicare.
Quando poco fa, prima di scrivere questo post veloce, ho visto la data del mio ultimo inserimento non potevo credere fossero passati già più di tre mesi. Mi rendo conto ora mentre scrivo che il metodo di inserimento di post, immagini e link è anche tutto cambiato e di molto migliorato. Forse anche il signor "blogger di blogspot" sta cercando di dirmi che sono rimasto indietro anni luce.
Dal 1 settembre ad oggi avrei potuto parlarvi di tante cose: dei miei nipoti che diventano grandi, delle mille sensazioni impensabili che diventare presidente della Contrada mi ha scatenato, dell'ennesimo viaggio in Kenya (avevo anche fatto una cosina divertente con delle foto, apposta per il blog) oppure in un momento di increscioso impasse artistico, avrei anche potuto parlare di governo, spread, recessione e Monti (per fortuna questo non è mai neanche diventato una bozza). Avrei potuto... ma non l'ho fatto e non lo farò. Bisogna sempre guardare avanti, mai indietro, quindi il prossimo post sarà su qualcosa che mi ispira in quel momento, che non è rimasto nelle bozze per una vita e che non si è arenato li, come un'idea campata in aria o una frase a metà. Non ne voglio fare un buon proposito per il 2012 perchè poi finisce che non concludo niente, ma prometto anche che rileggerò una volta di meno, pur di non correre il rischio di ricascare nel vortice improduttivo di un inutile e comunque irraggiungibile perfezionismo. Fosse anche per quei pochissimi che ormai leggono questo trascurato blog, per quell'unico che ogni tanto mi dice "ma quando posti qualcosa di nuovo???" o fosse soltanto per me che, comunque sia, mi diverto a scrivere, ogni tanto, dei miei affari.

giovedì 1 settembre 2011

L'infanzia ritrovata (seconda puntata)

Come promesso nel primo post di questa serie (L'infanzia ritrovata), pubblico un altro dei miei temi di quinta elementare rinvenuti durante il trasloco dell'ufficio. Questo tema, decisamente più frivolo del precedente in cui avevo sfoggiato tutta la mia introspezione di bambino di 10 anni, è un breve ritratto di una sera tipo in casa Bellini alla fine degli anni '80. Mi piace perchè ha risvegliato ricordi di un tempo ormai lontano più di una vita, che, per quanto banali e trascurabili, sarebbero andati persi nei meandri della memoria, se non fosse stato per il ritrovamento della cartellina dei cimeli scolastici.



Ferrara, 27 Ottobre 1987

TEMA
La sera dopo cena

Svolgimento
Finito di mangiare, io chiedo alla mamma se mi dà un po' di sughi d'uva e lei, molto gentilmente, me ne mette nel piatto due o tre cucchiaiate. 
Finiti questi, mi vado a sedere sul divano quando arriva mia sorella Beatrice che pretende di coricarsi sul divano, con la solita scusa del mal di testa. Io vado per sedermi allora sulla poltrona, ma Principe, il mio gatto, mi batte sul tempo e si corica proprio nel centro. A questo punto non mi resta che la poltrona più scomoda perchè è scentrata rispetto alla TV. Appena seduto, mi vedo arrivare un piccolo batuffolino bianco, cioè la mia gatta Miss, che si sdraia comodamente tra le mie gambe. 
Dopo arriva di corsa mia sorella Brigida che, tenendo in pugno la sua banana alla nutella, che si prepara da sola aprendo a metà una banana e mettendoci dentro un sacco di nutella, comincia a fare confusione, come è suo solito fare. Dopo un po' la Brigida si calma e non sapendo dove sedersi, spodesta Principe e si siede in poltrona. Il gatto non si scoraggia e viene anche lui a sdraiarsi tra le mie gambe. A quel punto io sono immobilizzato.
La nonna e la mamma sono rimaste in cucina a guardare uno dei loro romanzi.
Il papà mi viene a chiamare perchè è ora che io vada a letto e sono costretto a disturbare i miei gatti per alzarmi.
Mentre salgo le scale, vedo la porta del salotto un po' aperta e riesco a intravedere la televisione. Mi siedo sui gradini e senza che nessuno lo sappia, mi guardo la fine del film. Poi vado in camera mia e dormo.

Correzioni: un po' di virgole mancanti.
Voto: BRAVO

giovedì 11 agosto 2011

Vacanze sì, vacanze no...

Dopo quasi due mesi in cui, come spesso accade, ho trascurato il mio povero blog, mi sono detto che, anche se non farò mezza giornata di ferie in questa estate 2011, almeno dieci minuti per scrivere 4 righe me li potevo prendere. Solitamente scrivo solo quando ho argomenti e spunti consistenti che siano viaggi, esperienze, contrada, accadimenti dell'ultima ora o vecchi ricordi. Questa volta scrivo per il gusto di farlo, non sapendo cosa uscirà nella frase successiva. Un post di ferragosto a tutti gli effetti, col cervello, almeno lui, in vacanza e la testa che si distrae un attimo dai pagamenti, la banca, l'F24, l'IVA, i ritiri che non arrivano, i camionisti che non possono circolare, i meridionali che non pagano, i lombardi che non pagano, i veneti che non pagano (bestemmiano e sbraitano), gli emiliani che non pagano, i toscani che non pagano, i laziali che non pagano... distogliendo per un po' la mente da tutto ciò, leggo post faccialibriani di gente che scrive di essere ufficialmente in ferie, vedo foto di mari cristallini e spalle arrossate dal sole. Sento di valigie da chiudere e macchine da caricare e i NON PARTECIPERO' agli eventi aperitivo causa sono in al mare o in montagna, in Croazia o all'isola d'Elba e via discorrendo. Il primo sentimento è una forte invidia, soprattutto perchè l'ultima partenza per una vacanza vera, che non sia il fine settimana in montagna o i 3 giorni rubati da qualche parte, risale al lontano 22 novembre 2009. Invidia non solo per il viaggio o la destinazione, ma per un po' di sano relax a pancia all'aria. Sono un filino agro... ma non è questo il punto. Superato l'iniziale impass del "vorrei essere in vacanza anche io" mi viene da pensare che non è così male lavorare intorno a ferragosto. Gli uffici sono semivuoti, chi ti risponde dall'altro capo del telefono, nella maggior parte dei casi, ha meno voglia di te e quindi il tono della conversazione risulta essere abbastanza rilassato. Sono andato in banca e c'eravamo solo io e un'abbronzatissima cassiera, che non vedeva l'ora di chiudere bottega, e c'ho messo un decimo del tempo di un mercoledì qualunque di novembre. Ecco... Finita questa serie di futili tentativi di convincermi che va bene così, torno alle mie mansioni, sapendo che arriverà l'autunno e forse anche un po' di vacanza. Intanto per non sbagliare ho messo expedia ed edreams tra le pagine preferite... prima o poi un volo per chissà dove lo prenoto!

lunedì 13 giugno 2011

Vincere fa bene!

Non te ne accorgi subito quando vinci. Sei lì che salti, urli, ridi oppure piangi e in quel momento non ti accorgi del tutto di quello che è successo. Solo dopo, quando puoi ragionare un momento e l'euforia lascia il posto alla ragione, senti la vera importanza delle cose dentro di te. In quel momento trovi la felicità vera, quella che ripaga di quel sentimento pesante e opprimente che la delusione ti aveva lasciato altre volte. Non può esistere vittoria senza sconfitta, così come non esiste felicità senza delusione e gioia senza rabbia. Quando mi fermo a ragionare sul magnifico pomeriggio di domenica 29 maggio, sento la gioia muoversi dentro il petto e il mio cuore sussultare ancora come se fossì là, sulla terra di piazza a saltare a braccia alzate. Mi vengono in mente le volte in cui non potevo esultare, le volte in cui quell'urlo rimaneva soffocato in gola e sento quelle sensazioni lontanissime nel tempo. Dimenticarsele non si può, anzi, è proprio rapportando le une alle altre che si apprezza a pieno l'importanza della vittoria e si fa tesoro di ogni momento di felicità che essa ci regala.
La gioia di condividere tutto questo con tante altre persone, fa da cassa dI risonanza ed amplifica ogni singolo gesto, ogni sorriso, ogni secondo di felicità. Alla fine è questo che fa la Contrada, ti fa condividere emozioni fortissime con tantissime persone e quando l'emozione è una gioia incontenibile, non c'è da stupirsi di quanto gelosamente e per quanto a lungo si custodisca un sentimento del genere dentro di sè. La mia fortuna è quella di poter condividere tutto questo non solo con tante persone, ma con grandi persone. Insieme alle decine e decine di amici contradaioli con cui ho gioito, festeggiato, riso e oltre ai molteplici abbracci, baci, strette di mano e sguardi, non credo di essere banale nel volerne evidenziare qualcuno. Parto da Fabbri, che non può non essere il primo punto d'incontro tra sentimento contradaiolo e questa vittoria. A lui, che in questi anni ha condiviso con me i dolori e le ansie dell'anello interno, dico: FINALMENTE siamo riusciti ad alzare le braccia sulla linea del traguardo, insieme. Dopo di lui, ma solo in ordine cronologico, non certo di importanza, non viene una persona ma una famiglia intera. A noi piacciono le vittorie di famiglia, dopo quella targata Fam. Caselli nel 2009, quest'anno tocca agli Sgarbanti mettere la firma su questo palio. Allora dico grazie ai signori Silvia e Giulio, che per anni hanno fatto tanto per la nostra contrada, sostenendo gli sforzi delle loro figlie con orgoglio tanto discreto quanto partecipe. Grazie a Maria che sa meglio di tutti cosa significhi questa corsa e quanti sacrifici comporti, è stato bello averla sul prato prima e durante la corsa. Grazie a Beatrice che ha fatto da bollettino di avvicinamento al Palio, avendo la pazienza di rispondere alle mie numerose domande sugli stati d'animo e di forma della nostra campionessa.
In ultimo non esiste un grazie abbastanza grande per Claudia. Mentre la aspettavo sulla linea di partenza prima della corsa, ho ripensato a quando all'inizio di maggio sono stato alla conferenza di presentazione dei palii. Avevo mandato a Claudia un messaggio con la foto del palio verde, dicendole che il suo obiettivo finale aveva quell'aspetto e lei, con grande sicurezza mi aveva risposto: "Questo è il nostro anno, non vedo l'ora che sia il 29!". Tra me e me mi sono detto che da tanta sicurezza e tanta consapevolezza dei propri mezzi potevano scaturire solo grandi cose. Aspettarla a braccia alzate sul traguardo pochi minuti più tardi è stata la prima di quelle grandi cose. Grazie Claudia per questi anni di allenamento, grazie per essere una contradaiola vera e non una persona qualunque di passaggio, grazie per questa splendida vittoria che mancava da troppo tempo e grazie per tutte le emozioni bellissime che ho provato quel giorno, che continuo a provare adesso e che continuerò a provare sempre!

lunedì 16 maggio 2011

Un grazie non basta

E' molto facile sparare dei grandi proclami in giro quando le cose vanno bene. Quando vinci, oppure quando dentro di te fai di tutto per convincerti che quanto hai ottenuto sia una grande vittoria, è molto facile ringraziare tutti e farsi belli di un grande cuore, con l'unico scopo di reclamizzare il più possibile il proprio risultato. In passato ho avuto tante occasioni per farlo a mia volta, ma i grazie, quei grazie, io li dico in faccia, perchè non ho bisogno che li sentano tutti solo per far vedere come siamo bravi e come ci vogliamo bene, ma preferisco guardare negli occhi la persona a cui voglio trasmettere la mia riconoscenza.
Molto più duro, invece, è farsi carico dei fallimenti, delle cose difficili ed avere il coraggio di riconoscere ugualmente il merito di chi ha fatto tanto e non è stato gratificato come avrebbe dovuto. Il merito di avere concesso tempo, voglia e sudore per così tanti mesi, crea un legame, un nodo indissolubile tra me ed ogni singola persona cui mi sento unito nelle esperienze forti, siano esse positive o negative. Questa volta i miei ringraziamenti li voglio fare qui, che non ho niente da reclamizzare dopo un'annata durissima costellata di problemi e sfortune. Li faccio qui perchè di persona, potrebbero salirmi le lacrime agli occhi. Metto qui i miei grazie anche se non ho risultati da esibire, dopo l'anno bruttissimo che si è concluso ieri e che tanto ricorda quelli bui e scuri da cui siamo partiti 20 anni fa e che ci hanno forgiato per poter arrivare in alto dove ci meritavamo di arrivare. Non con tutte queste persone ho potuto condividere certe soddisfazioni e di questo mi rammarico, ma chiunque abbia preso parte a tutto questo nella mia mente ha un posto speciale ed uguale a quello degli altri. Per questo non posso dirvi un solo grazie, ma mi sento obbligato a dedicarvene uno per uno, nell'ordine rigorosamente casuale che viene fuori mentre scrivo.

GRAZIE a MUSCOLO che, come sempre, ci ha messo il cuore e l'anima e quest'anno ci ha dovuto lasciare anche una gamba.
GRAZIE a GIOVANNONE che ha risposto presente senza pensarci una frazione di secondo e poi è stato perfetto e forse anche qualcosa di più.
GRAZIE al TORTORA che non si discute, si ama!
GRAZIE a GIORGIONE che è un soldato fedele, sempre pronto all'azione e disposto al sacrificio.
Un GRAZIE unico a KICCO e KECCO, perchè unico è il loro stile, unica la loro forza, unico lo stampo da cui sono usciti e di cui stiamo facendo di tutto per ritrovare la matrice.
GRAZIE a GIALLA perchè è semplicemente il più forte di tutti.
GRAZIE a CESCO che è una mente lucida appoggiata su nervi saldi e sa trovare le parole giuste nei momenti giusti.
GRAZIE a TIRO che quest'anno è diventato un gialloviola vero, preciso e impeccabile nell'impegno e nella costanza.
GRAZIE a MARCE che è una delle colonne su cui si basa il nostro futuro e ha voglia e talento da vendere.
GRAZIE a PELO che ha capito benissimo come funziona questo mondo e questo gioco e un domani farà grandi cose per la nostra Contrada.
Un ultimo GRAZIE e di certo non per importanza, a KECCO 2 che è il primo a scuotermi e a farmi ragionare e la prima spalla su cui appoggiarmi quando la bufera soffia violenta.

mercoledì 30 marzo 2011

L'infanzia ritrovata


Da poco, e con grandissimo ritardo, è terminato il trasloco dall'ufficio da via Brasavola a via Ghisiglieri. I traslochi a breve distanza si fanno tutti a braccia e risultano essere più faticosi dei traslochi dove devi coinvolgere un camion e una ditta di trasporti o almeno qualche amico capace, che mosso a compassione viene a darti una mano. I 40 metri che separano le due porte non hanno fatto eccezione e questo trasloco si è rivelato un lavoraccio, soprattutto perchè non avevo idea di quanta roba fosse racchiusa in quelle due piccole stanze. Il risultato è stato che ho cominciato tardi e ho finito ancora più tardi, con grande dispiacere per il mio povero cognato Riccardo a cui l'ufficio è destinato, dopo lo sfratto esecutivo dal vecchio studio oggi diventato la cameretta della piccola Gemma.
Ritardi e fatiche a parte, come in quasi tutte le cose a questo mondo, esiste un lato positivo. Del tantissimo materiale emerso, una buona parte è costituito da reperti archeologici della famiglia Bellini. Cimeli fotografici che vanno dagli anni '90 indietro fino ai '40, nei quali ho potuto ammirare mio padre bambino, i miei nonni ragazzi, cartoline degli anni '60 e scorci di un mondo che non esiste più. Vecchi bilanci della società, ovviamente in miloni di lire, che ti fanno capire come una volta si guadagnasse di più e si lavorasse meglio. Biglietti di auguri di compleanni, feste del papà, anniversari e ricorrenze varie. Piccoli souvenirs del passato che hanno riportato alla mente ricordi meravigliosi. Una cartella in particolare è molto interessante, da cui sono spuntati documenti importanti della mia carriera scolastica. Evidenziato il fatto già di pubblico dominio che, pagelle alla mano, sono andato benissimo a scuola fino alla quarta superiore in cui ho drasticamente smesso di studiare, la cosa più interessante è la raccolta competa dei temi svolti in quinta elementare, nell'anno scolastico 1987-88. Sapevo che da qualche parte ci fossero le pagelle, le foto di classe e altri cimeli scolastici, ma la raccolta di temi di un intero anno scolastico mi ha stupito. Sono 29 temi, circa uno alla settimana, sugli argomenti più svariati che spaziano dal sociale al ludico, dal fanciullesco al maturo, dal profondo al faceto con una varietà di argomenti che accresce il già ottimo ricordo che ho della mia maestra elementare. Credo di non peccare di immodestia se dico che, per essere un bambino di 10 anni, non scrivevo affatto male e soprattutto non avevo grande timore di condividere le mie opinioni e di esternare la mia visione del mondo. E' bello vedere come negli occhi di un bambino cose che oggi sembrano ovvie possano sembrare grandi conquiste, mentre i problemi quotidiani dell'essere adulti non ti sfiorano neanche lontanamente. E' davvero bello per me aver ritrovato questi scritti. Li ho riletti con piacere da solo e con i miei famigliari. Alcuni mi hanno fatto sorridere, altri mi hanno messo un po' di nostalgia. Oggi parto da questo perchè mi ha colpito leggerne alcuni passaggi, ma mi riservo di pubblicarne periodicamente qualcuno anche nei mesi a venire.

Ferrara 8 Marzo 1988
TEMA
Le tappe della mia vita che considero importanti

Svolgimento
La vita, un percorso difficile che, fino ad una certa età troviamo facile, ma poi la scuola, fatta di soddisfazioni e delusioni, ci prepara ai tanti ostacoli che incontreremo in questo percorso fatto di sassi. Gli imprevisti sono come inciampi, da questi ho imparato ad essere più prudente e responsabile.
Una tappa fondamentale della mia vita, ma anche triste, è stata la morte di mia nonna che mi ha fatto capire che la vita termina in fretta e quindi dobbiamo conservarla bene. Ho capito che la vita richiede impegno, e se non ci fossero difficoltà, la vita sarebbe una cosa inutile, senza senso; fino ad oggi il mio percorso è stato abbastanza piano, ma se voglio arrivare in alto, tutto si rovescerà perchè il percorso cambia, la vita cambia.
Un altro avvenimento importante è stata la mia prima Comunione che dimostra che sono cresciuto nel cervello e nello spirito. L'inizio di una classe nuova, non importa quale, è da segnalare perchè, mettendo piede nella nuova classe si matura. La classe terza ad esempio, è un'altra tappa che considero importante perchè era piena di scogli e questo mi ha preparato agli ostacoli sempre un po' più grossi che ho incontrato e che incontrerò.
La vita cambia e varia attraverso questi avvenimenti e noi con lei.

Correzioni: qualche virgola e un accento mancante su difficoltà
Voto: BRAVO


lunedì 14 marzo 2011

Un concerto bellissimo.

Sabato scorso Laura ed io siamo andati al concerto di Giovanni Allevi al pala De Andrè a Ravenna. Era da un po' che eravamo entrambi attratti dall'idea di sentirlo dal vivo, per quanto non ci possiamo definire nè fans nè appassionati conoscitori della sua musica. Per la nostra generazione l'idea di concerto è ben diversa da un pianista da solo su un palco vuoto e immagino che a qualcuno possa sembrare poco allettante come intrattenimento, ritenendolo forse un po' troppo di nicchia. Invece il bello della musica di Allevi è proprio quello di poter arrivare anche a chi, come me, è quasi completamente a digiuno di questo genere di eventi. La sua musica è tanto unica quanto facile da comprendere, lo spettacolo che il suo concerto offre è ben strutturato quanto semplice.
Lui è un personaggio quasi fiabesco, tanto goffo nei movimenti quanto amalgamato col pianoforte una volta che vi si siede davanti. La sua voce ed i suoi modi hanno la timidezza e l'ingenuità di quelli di un bambino. Come tutti i musicisti, è molto bravo a recitare la parte che si addice al suo stile, così come una rock star enfatizza la trasgressione e gli eccessi della propria esistenza, Allevi amplifica i lati poetici e sognatori del suo modo di essere, senza renderli per questo meno genuini ed interessanti. Il suo spettacolo di circa un'ora e mezza è costituito da una sequenza di suoi brani, suonati senza fronzoli e senza eccessivi preamboli. Prima di ogni brano si limita ad annunciarne il titolo ed a tentare di condividere cosa o chi abbia fatto scattare la molla che ha generato quella sequenza di note nella sua testa. Vedendolo agitare le mani sulla tastiera del pianoforte ho avuto la sensazione di percepire il suo genio. Mentre suona il suo corpo non sembra altro che un'estensione della mente, una protesi utile soltanto a trasformare in suoni le idee nel suo cervello attraverso il battere ed il levare delle dita sui tasti. So che per i puristi della musica classica Allevi non è altro che un prodotto del marketing, il cui successo è generato più da una buona organizzazione e produzione che da meriti effettivi. Personalmente, non facendo in alcun modo parte della comunità della musica classica, mi sento di dire che Allevi mi piace molto così come la sua musica mi trasmette qualcosa. Non so se sia un grande musicista, ma so per certo che mi piace quello che compone e ho visto tantissima gente in un palazzetto pieno entusiasmarsi per lui ed il suo pianoforte. Tanto mi basta per consigliare a tutti di non lasciarsi scappare l'occasione di ascoltarlo dal vivo.

lunedì 28 febbraio 2011

E' nata una Gemma!

Sabato 26 Febbraio alle 22,00 è nata la mia quarta nipotina Gemma, del non irrilevante peso di 3,950 kg e lunghezza di 51 cm. La piccola Govoni ha fatto di tutto per non uscire dalla pancia di mamma Brigida, finchè un dottore testardo le ha sballato tutti i piani con uno scorrettissimo parto cesareo. La piccola Gemma, per quanto inizialmente riluttante all'idea, sembra ben ambientarsi nel mondo che la circonda e comincia già a far valere il suo carattere. Non gradisce molto la vetrina dell'asilo nido del Sant'Anna dalla quale indirizza smorfie varie a chi la ammira al di là del vetro. Già dal primo incontro con le famiglie Bellini e Govoni fuori dalla sala parto, ha dimostrato di gradire invece la compagnia e di scrutare incuriosita tutti, da papà Riccardo in poi. Sia Gemma che la sua mamma stanno benone e ricevono numerose visite da parenti e amici.
Spero di essere per lei un buono zio, tanto quanto Brigida e Riccardo saranno dei fantastici genitori, le dò un benvenuto grandissimo nella nostra famiglia e la aspetto a braccia aperte nella mia vita quotidiana.