Sabato pomeriggio, ore 16,45. Non ci faccio caso subito, ma nel chiostro c'è un'aria un po' diversa dal solito, mi rendo conto che c'è più gente. Ci sono i contradaioli, i bambini del catechismo, ma anche qualche faccia "antica" di quelle che non vedi da un po', ma che ti sembra di conoscere da sempre. C'è attesa. Il solito trionfino per ammazzare il tempo e ad un certo punto si sente: "Achille! Alle cinque e mezza chiudi che anden l'ad là!". Come dire: grazie barino del chiostro per averci ospitato in questi lunghi mesi di esilio forzato, ma adesso abbiamo proprio voglia di andare al Bar Scandiana. Oggi si inaugura! Esco sul piazzale. C'è fermento. Qualcuno si aggira quasi nervosamente tra i paracarri. Piccoli capannelli di gente che parlotta forse evocando ricordi. All'angolo di fronte la saracinesca è ancora abbassata e ci sono i palloncini alle finestre. Qualcuno vorrebbe anticipare i tempi e intrufolarsi dentro a dare un'occhiata, ma bisogna aspettare. Io devo andarmene, non ci sarò al momento della prima alzata dopo quasi un anno di chiusura, ma tanto torno subito, come sempre.
Percorro via Scandiana in macchina e mi trovo davanti una scena di quelle che ho visto mille volte, come le facce di prima, ma che solo in quel momento mi rendo conto di non vedere da un sacco di tempo. La gente sull'angolo davanti alle finestre del bar, il bicchiere in mano, le chiacchiere, qualche verso. Si attraversa distrattamente la strada come fosse il corridoio di casa propria. Parcheggio. Borgovado è tutta una fila di macchine in divieto di sosta (e adesso si divertirà il nostro amico del passo carrabile!). Eccolo il bar Scandiana, sempre lui, anche quando è un po' diverso. Sono curioso. Alle pareti foto della contrada, un po' datate, forse troppo, ma apprezziamo certamente lo sforzo. Dietro al bancone facce nuove, facce a cui sai che ti abituerai in fretta e che imparerai a conoscere presto. Entro nelle salette dietro quasi in punta di piedi, un misto di curiosità e timore reverenziale come quando ero ragazzino e andavo a sbirciare i "grandi" (Giovannone, Fabbri, Kecco...) che giocavano a biliardo stando attento a non disturbare. Bello... Tutto nuovo! Foto d'epoca della SPAL alle pareti. Hanno cercato di soddisfare un po' i gusti di tutti. Bravi! Il biliardo non c'è più nell'ultima sala, al suo posto i videopoker. Un po' di nostalgia, ma le tradizioni son belle proprio perchè ogni tanto si rinnovano e un foulardes incorniciato appeso al muro mi ricorda dove mi trovo. C'era bisogno di questa giornata perchè il Bar Scandiana non poteva diventare uno dei tanti posti che non ci sono più, che sono solo dei vaghi ricordi nella nostra mente. Lo Scandy ci deve essere perchè è un'istituzione, un pezzo di vita di tutti e anche della mia! Forse sono tra gli ultimi arrivati dello zoccolo duro, perchè il primo spritz l'ho preso che c'era già Francone, ma di certo mi ricordo che chewing gum e patatine me li vendeva Brunino e di tempo ne è passato parecchio. Allora bentornate piccole sensazioni antiche di gazzetta e caffè, tramezzino e coca cola, birrino e paglia... Bentornate vecchie abitudini di aperitivo al sabato e caffè a metà mattina... Bentornato Bar Scandiana!!!